Per iniziare ogni percorso educativo di Educzione alla Cittadinanza Globale usiamo la carta di Peters per sorprendere gli studenti e presentare la filosofia dell’associazione. Grazie alla Regione Puglia che sostiene il nostro progetto “Ma il mondo gira nel verso giusto?” abbiamo realizzato una versione italiana della mappa.
Potete liberamente scaricare una versione pdf A4 qui
Per ricevere la mappa formato poster, basta mandarci una mail (officinecittadine@gmail.com)
Vi riportiamo alcuni estratti molto interessanti dell’articolo di Stefano Lechiara dell’associazione Mani Tese. ( vi raccomandiamo la lettura completa del articolo: https://www.manitese.it/valore-sociale-proiezione-gall-peters-educazione )
“È noto che tra la realtà e la sua rappresentazione vi è sempre un certo margine di volatilità. Un gap che dipende dai limiti dell’umano, dal mezzo che viene impiegato, dalle condizioni psicologiche dell’osservatore, dagli obiettivi che si intendono perseguire, siano essi espressi o reconditi.
La realizzazione di una carta geografica non fa eccezione: non descrive la realtà, ma ce la racconta e, nel farlo, indugia su quei dettagli che può e vuole rappresentare.
Proprio come ogni altra carta geografica, quella di Peters non è evidentemente esatta ma, a differenza di tutte le altre, la si può definire Giusta.
La Carta di Peters vede la luce nel 1973. L’obiettivo dichiarato di chi ne ha voluto e curato la realizzazione – lo storico tedesco Arno Peters – è quello di rimpiazzare proprio quel modello classico così largamente utilizzato in quegli anni. Il modello tradizionale in questione, che vede l’Europa al centro del mondo, è stato disegnato nel 1569 da Geraldus Mercator, un cartografo fiammingo. Sorprendentemente, la maggior parte dei planisferi ancora oggi in circolazione, incluse le mappe interattive implementate sul sistema google maps, deriva proprio da quel prototipo cinquecentesco.
Quanto detto lascia scaturire alcune perplessità: qual è, tra le due, la carta corretta? Ancora, perché sussiste una certa discrezionalità nella scelta? A tutta prima si potrebbe rispondere che non esistono geografiche corrette; almeno non in assoluto, bensì solo in termini relativi.
Le carte di Mercatore e Peters sono entrambe per qualche verso corrette e, dunque, scorrette per qualche altro. La ragione di ciò va ricercata nella forma sferico-geodetica del nostro pianeta. Trasporre su una superficie piana e bidimensionale una forma geometrica ellissoidale implica sempre l’inevitabile distorsione delle sue peculiarità tridimensionali. Qualunque sistema o artifizio venga adottato nella trasposizione, cioè, il risultato sarà sempre un planisfero distorto e orfano di dettagli: mantenere determinate caratteristiche equivale a perderne certe altre. Il tutto dipende allora dalla scelta del cartografo che, in funzione dei propri obiettivi, dovrà stabilire cosa salvare e cosa sacrificare.
La Carta di Mercatore trionfa poiché, pur sacrificando l’esatta estensione delle aree, rispetta con grande accuratezza le forme di continenti e Paesi, quindi fornisce un reticolo di coordinate che si rivela ottimale per l’orientamento nautico. Non è tutto. Si potrebbe obiettare che tutto ciò non basti a giustificarne l’impiego anche in quei contesti che con l’ambito nautico non hanno nulla a che vedere. A meno di credere che l’obiettivo dell’istruzione scolastica sia la preparazione di una schiera di futuri marinai, non vediamo il perché Mercatore debba svettare, ad esempio, nelle classi di ogni ordine e grado in tutto il mondo.
La secolarizzazione di questa carta dipenderà dunque da ragioni più profonde. Lo sviluppo coerente di una tale intuizione si deve, prevalentemente, alla sensibilità e alla tenacia di Arno Peters, storico tedesco operante nella seconda metà dello scorso secolo.
Egli nota che la deformazione cartografica di Mercatore, che privilegia in termini di centralità e grandezza taluni Paesi a danno di altri, si sia progressivamente radicata proprio mentre, col passare del tempo, gli stessi Paesi che risultano graficamente ingigantiti intraprendono processi di conquista e sfruttamento a detrimento di quelli che, guarda caso, appaiono rimpiccioliti, isolati e, in qualche modo, in una posizione di implicita subalternità.
Sovrapposizione cartografica: in verde le aree in proiezione Peters e in trasparenza le aree secondo Mercatore.
La fortuna della Carta di Mercatore, secondo Peters, rispecchia, in un primo momento, la concezione eurocentrica con cui si apre la “modernità”. Una cesura nella storia umana nella quale, peraltro, la scienza e la tecnica cominciano ad essere strumentali al diffondersi di una ideologia basata sul dominio dell’uomo sull’altro uomo e, parallelamente, degli uomini sulla natura. L’Europa pone sé stessa, ovvero la propria identità culturale e i propri bisogni, al centro del mondo. L’immagine geografica di un’Europa in posizione centrale con un Sud posto ai suoi piedi è pienamente sovrapponibile all’immagine storica di un’Europa imperialista che, con violenza e supponenza, piega al suo volere la periferia globale che la delimita: Sud America, Africa, Asia e, infine, tutti quei popoli che pur essendo a “nord”, sono però minoranze etniche di radice non europea.
Come spiega lo stesso Arno Peters, infatti, l’immagine eurocentrica si è dimostrata funzionale allo sfruttamento del “Terzo Mondo” da parte delle potenze industrializzate anche nell’epoca post-coloniale. Dacché «la lotta per sostituire la vecchia carta geografica si trasforma nella lotta contro l’ideologia dello sfruttamento», Peters pensa sia giunto il momento di realizzare una mappa che possa restituire al Sud globale quella dignità cartografica che gli spetta di diritto.
Malgrado questa intrinseca difficoltà, il lavoro di Peters ha una portata rivoluzionaria, non solo quando restituisce una prospettiva inedita del nostro mondo, ma soprattutto nel momento in cui sdogana una verità sino a quel momento sottaciuta: da Anassimandro sino ai giorni nostri, nessuna carta geografica può vantare pretese di oggettività scientifica o di neutralità sul piano ideologico.
Un secondo elemento di innovatività è dovuto alla capacità della nuova carta di denunciare le ambizioni propagandistiche che si celano dietro la vecchia carta.
Nell’immaginario collettivo si insinua l’irresistibile tentazione inconscia di credere che tanto più uno Stato sia esteso in grandezza quanto più sia importante e dunque che sia legittimo, quasi fisiologico, un suo ampliamento in termini politici ed economici. Nella concezione di Mercatore l’Europa è al centro ed il resto del mondo è considerato come l’estensione delle sue propaggini. Comparando la carta di Mercatore e quella in proiezione Peters ci rendiamo conto di come la centralità di certe aree e la loro relativa ampiezza siano una menzogna geografica.
La carta di Peters è un paradigma da cui muovere per articolare un cambiamento che coinvolga, anzitutto, i nostri stessi stili di vita e, più in generale, il modo in cui noi “occidentali” percepiamo il mondo e vi agiamo di conseguenza.